MEDICINA

I vaccini anti-covid

Posted by Dott.ssa Tamburro

I vaccini anti-covid possono finalmente far vedere la luce in fondo al tunnel.

Alla fine del 2020 è stato approvato l’uso dei vaccini ad mRNA (Comirnaty di Pfizer-Biontech e il vaccino di Moderna) utilizzati già dai primi giorni di gennaio 2021. A febbraio invece è stato approvato il vaccino dell’azienda Astrazeneca (che ora si chiama Vaxzevria), mentre COVID-19 Vaccine Janssen è il nome del vaccino di Johnson & Johnson, approvato in questi giorni dall’Ema.

Tutti hanno lo scopo di far produrre al nostro sistema immunitario anticorpi protettivi contro la proteina Spike, lo strumento con cui il virus penetra nelle cellule e infetta il corpo umano, ma si differenziano per il diverso meccanismo, per l’efficacia e per le diverse fasce di età in cui sono utilizzabili.

I vaccini ad mRNA utilizzano come vettore piccole particelle di grasso, mentre  Vaxzevria e Janssen utilizzano un adenovirus, di per sè innocuo. In entrambi i casi, non è possibile ammalarsi di COVID dopo la somministrazione del vaccino.

Per ciò che concerne l’efficacia, si sono dimostrati validi tutti i vaccini, anche se in percentuali diverse con punte del 95 % per quelli ad mRNA.

Rispetto all’età, le attuali linee guida indicano la somministrazione Comirnaty e Moderna ai soggetti di età inferiore ai 60 anni, a quelli fragili e agli over 80, mentre riservano Vaxzevria alle persone con più di 60 anni.

Coloro che hanno un’età inferiore ai 60 anni, che hanno fatto la prima dose senza avere effetti collaterali gravi, possono fare il richiamo con lo stesso tipo di vaccino.

I giovani al di sotto dei 16 anni al momento non sono inseriti nella campagna vaccinale, in quanto Comirnaty è autorizzato dai 16 anni in su e Moderna e Vaxzevria per soggetti al di sopra dei 18 anni. Ci sono, comunque, buone prospettive anche per i teenagers: l’azienda Moderna ha, infatti, in corso uno studio in soggetti di età compresa tra i 12 e i 17 anni, la cui conclusione è prevista per giugno 2021.

Un aspetto che tanto fa discutere e che crea perplessità è che gli effetti collaterali emergono dopo la messa in commercio dei vaccini e che vengono fatti aggiustamenti delle raccomandazioni in corso di somministrazione. Questo in realtà succede sempre quando un farmaco o un vaccino, vengono immessi in commercio. Si tratta della cosiddetta “farmacovigilanza”, ovvero una registrazione di eventuali eventi avversi che vengono segnalati durante l’utilizzo di quel preparato.

Nelle prime fasi di studio il farmaco viene sottoposto sia a prove in laboratorio sia a sperimentazioni su gruppi più o meno numerosi di volontari. Stabilita poi la sua efficacia, la sua tollerabilità e la non grave tossicità ne viene autorizzata  la messa in commercio. Durante l’utilizzo su un numero di persone sempre maggiore, viene predisposta la vigilanza, con l’obbligo di segnalazione da parte dei sanitari di eventuali effetti collaterali di un certo rilievo, anche non riportati nel foglietto illustrativo. A volte può capitare che un farmaco venga ritirato dal commercio perchè nel tempo dimostra di avere effetti collaterali superiori ai benefici.

Alla farmacovigilanza sono sottoposti anche i vaccini che stiamo utilizzando e,  al momento, i benefici sono di gran lunga superiori ai rischi.

Ora che sono state somministrate milioni di dosi, cominciano ad emergere anche effetti collaterali rarissimi come le trombosi, ma rimane il vantaggio di evitare l’infezione o quantomeno le gravi complicanze del COVID, responsabili al momento di circa trecento decessi giornalieri, solo in Italia.

Tutti i vaccini possono causare effetti collaterali ma rappresentano la nostra unica speranza per superare questo momento. Continuando la campagna vaccinale diminuiranno i soggetti suscettibili e diminuiranno i ricoveri e i decessi. Forse il problema maggiore resta il fatto che arrivano pochi vaccini e che la percentuale di persone che rifiutano la vaccinazione è ancora troppo alta. 

Le novità rispetto ai modi e tempi di utilizzo dei vari vaccini sono quotidiane e pertanto è necessario tenersi costantemente aggiornati.