MEDICINA

Come comportarsi in caso di febbre.

Posted by Dott.ssa Tamburro

La febbre è un sintomo rappresentato da un aumento della temperatura corporea.

La temperatura basale è quella che si misura a livello della cute e si aggira tra i 36.5° gradi C e i 37.2° gradi C. Si parla di aumento, e dunque di febbre, quando supera i 37.5°.

Durante la giornata è possibile avere delle oscillazioni che si ripetono uguali ogni giorno, rispettando il cosiddetto ritmo circadiano e che sono del tutto normali.

La temperatura corporea si può misurare in sede ascellare, rettale o orale (sublinguale), con diversi tipi di termometro:

  • termometro a gallio (che ha sostituito dal 2009 quelli a mercurio);
  • termometro digitale;
  • termometro a infrarossi;
  • termometro hi-tech a cristalli liquidi;
  • termo-scanner (a distanza misura le radiazioni elettromagnetiche).

La temperatura rettale è quella più precisa, ma ad essa va sottratto un 0.5°C.

La febbre è il risultato della produzione di calore che l’organismo mette in atto in risposta a stimoli infiammatori o infettivi e rappresenta un meccanismo di difesa, poiché aumentando la temperatura del corpo, i germi trovano un ambiente ostile.

Non va pertanto aggredita immediatamente, ma e’ necessario aspettare che,  con il passare delle ore, compaiano sintomi che non sono sempre presenti all’inizio e che aiutano a capire la natura della febbre.

Questo tempo sono i fatidici tre giorni, o meglio le 72 ore di cui parlano i medici.

Generalmente la febbre scompare in quarta giornata senza sequele, configurando un quadro di banale infezione virale.

Si rende necessario un approfondimento medico quando la malattia dura più di quattro-cinque giorni, oppure se colpisce un bambino di età inferiore ai tre mesi.

Questo vuol dire che non è necessario contattare il medico o recarsi al pronto soccorso nelle prime ore di insorgenza, ma aspettare di capire di che febbre si tratta e da quali sintomi è accompagnata.

Il medico, nelle primissime ore, non è in grado di stabilire la causa del rialzo della temperatura corporea e provvederà alla cosiddetta anamnesi, cioè farà una serie di domande per approfondire i sintomi di accompagnamento, ad esempio la nausea, la diarrea, la tosse, se il paziente è affetto da altre patologie.

E’ importante che ogni sintomo sia di una certa entità, che si sia ripetuto nel tempo, oppure che non sia migliorato con il passare delle ore o con la somministrazione di medicinali di uso comune. Vi sono sintomi più gravi, come il vomito ripetuto, la cefalea, che non recede con i farmaci, uno stato di abbattimento estremo che devono maggiormente allarmare il paziente.

Per ciò che riguarda la terapia, essa è rappresentata prevalentemente dal riposo, dalla idratazione abbondante e dall’uso in primo luogo del paracetamolo. Altre sostanze quali i FANS, uno fra tutti l’ibuprofene, l’aspirina, il cortisone vanno riservati a casi specifici e su indicazione del medico.