I telefonini e gli altri dispositivi elettronici sono le nuove droghe?
L’uso dei social media da risorsa si sta rivelando un boomerang. I giovani passano molte ore davanti agli schermi di smartphone o computer per svolgere svariate attività.
Il web è utilizzato per gioco, per restare in contatto con amici e parenti, per conoscere altre realtà, per ascoltare musica, ma rimanere sempre connessi può determinare dipendenza, l’incapacità cioè di staccarsi, di abbandonare le attività che si sono intraprese.
Da studi di neurofisiologia, anche in questo caso, come accade nelle dipendenze da farmaci, droghe o alcool sono state individuate modifiche dei pattern umorali.
Ad essere coinvolta è la dopamina, una sostanza che regola le sensazioni di piacere in alcune aree del nostro cervello. Nei soggetti che si ammalano si verifica un aumento della soglia di stimolazione da parte della dopamina, che deve raggiungere livelli sempre più alti per dar luogo a gratificazione.
Le alterazioni del tono dell’umore, l’aggressività o il senso di privazione, quando non si è “collegati” alla realtà virtuale, sono determinati dalla sua carenza o per meglio dire da una scarsa quantità disponibile rispetto a quella che il cervello si aspetterebbe, determinando una ” sindrome da astinenza”.
A questa dipendenza è stato dato il nome di “Nomofobia” (no more phone), e ne possono essere affetti bambini, adolescenti e adulti.
In particolare tra le patologie neuropsichiatriche riscontrate negli adolescenti si sta diffondendo quella che è stata definita “ HIkikomori”, una forma di isolamento con completa estraniazione dal mondo circostante. il cui nome deriva dal giapponese e vuol dire “ stare in disparte “.
I ragazzi abbandonano tutti i rapporti sociali e si chiudono in una stanza, rifiutandosi, a volte, anche di vedere la luce del sole. Intrattengono relazioni o amicizie solo attraverso il computer e passano tutta la loro giornata davanti allo schermo.
Un’attenta riflessione da parte di tutti i fruitori del web e dei device è d’obbligo. In particolar modo gli adulti devono sorvegliare bambini e adolescenti rispetto ai loro tempi di utilizzo e, se è possibile, esercitare un controllo anche sui siti visitati e sui contenuti proposti.
Su questi e su altri argomenti correlati ci occuperemo in modo più approfondito in altre sezioni e daremo qualche consiglio per individuare segnali premonitori.