Per fluoroprofilassi si intende l’utilizzo del fluoro per la prevenzione delle carie dentarie.
Il fluoro è un minerale componente della matrice dell’osso e dei denti ed è necessario per una loro corretta mineralizzazione. Deve essere assunto dall’esterno, in una quantità ottimale stabilita tra i 1,5 e i 4 mg/die. La sua fonte principale è l’acqua, ma è presente anche in alimenti quali il pesce e i frutti di mare, nel tè, nelle patate e nei cereali.
Le acque che sgorgano dalle sorgenti hanno, di solito, un sufficiente contenuto di fluoro e veicolate dagli acquedotti, arrivano nelle nostre case. Pertanto, l’acqua del rubinetto è equilibrata in tal senso. La concentrazione di fluoro nell’acqua, considerata ottimale per la prevenzione della carie, è pari a 0.7 mg/l (AAPD, 2012)
In vari paesi del paesi del mondo si attua la cosiddetta “fluorazione delle acque”, l’aggiunta cioè di fluoro all’acqua potabile, decisione basata su studi iniziati negli anni ‘50 sulla incidenza di carie nelle popolazioni. In Italia si è correttamente deciso di non attuarla, poiché un eccesso di fluoro, determina la cosiddetta ”fluorosi” con danno allo smalto dei denti.
La giusta quantità di fluoro rappresenta una prevenzione per lo sviluppo di carie nei bambini e negli adolescenti.
L’incidenza di carie, come rilevato da dati ISTAT non recentissimi, è di circa il 21% in bambini di 4 anni e del 23% nella fascia di età di 12 anni.
Dagli anni ‘50 ad oggi sono stati eseguiti numerosi studi sull’uso del fluoro nella prevenzione delle carie, a conclusione dei quali è stato dimostrato che il miglior modo di somministrarlo è la via topica, cioè il contatto diretto del fluoro sulla superficie dei denti, quotidianamente con l’uso del dentifricio. La via orale, invece, è a maggior rischio di fluorosi. E’ stato inoltre verificato che il fluoro abbia maggiore efficacia sui denti permanenti che non su quelli decidui, i cosiddetti denti da latte.
Nei primi anni di vita (6 mesi-2 anni) è consigliabile utilizzare un dentifricio a basso o assente contenuto di fluoro, poiché il bambino molto piccolo tende ad ingoiare il dentifricio ed è come se si realizzasse un assunzione per via orale, con grosso rischio di fluorosi. La quantità di dentifricio da utilizzare viene definita “rice size”, grande cioè come un chicco di riso.
Negli anni successivi (2anni-6anni) si consigliano dentifrici fluorati con una concentrazione di fluoro di 1000 ppm (parti per milione), in quantità “pea size”, della grandezza di un pisello, due volte al giorno.
Fino a 7 anni quindi, è’ necessaria sempre la supervisione dell’adulto per evitare grosse ingestioni di dentifricio.
Oltre i 6 anni si possono usare dentifrici che hanno fino a 1500 ppm, due volte al giorno, in dimensioni di 1 o 2 centimetri di grandezza.
Altri prodotti fluorati come vernici, collutori e gel possono essere applicati a domicilio o negli studi odontoiatrici, direttamente sui denti, in soggetti con un più alto rischio di carie o in soggetti con patologie dello smalto.
Nell’adulto, il dentifricio utilizzato può contenere fino a 1500 ppm di fluoro e per una sua maggiore efficacia si dovrebbe evitare di sciacquare la bocca, per permettere al fluoro di depositarsi e fissarsi sulle superfici dei denti.
In casi particolari in cui vi sia scarso apporto con la dieta o grossa predisposizione alle carie, dopo consulto medico, si può procedere alla supplementazione per via orale. La quantità di fluoro stabilita per fascia di età è la seguente:
6 mesi – 3 anni : 0.25 mg/die
3 anni – 6 anni : 0.5 mg/die.